Occupazione pacifica del pozzo del Burano resoconto e immagini

Ieri  pomeriggio 27 luglio dopo un breve ma violento temporale  al pozzo del Burano giove pluvio ha concesso una tregua e la manifestazione ha potuto aver inizio.
Ricordiamo  le associazioni organizzatrici dell’evento:
Go Giovani Oggi, Pro Nerone, Lupus in Fabula, Progetto Acqua, Coordinamento Provinciale Acqua Bene Comune e poi numerosi volontari delle Valli Bosso e Burano.
Durante l’iniziativa il Comitato per la difesa delle Acque del Catria e del Nerone movimento sorto con l’intento di raccogliere le firme per fermare la captazione dal pozzo ha proseguito con la raccolta medesima e numerose sono state le adesioni.
Presenti alla manifestazione oltre 200 persone tra le quali alcuni amministratori locali il consigliere regionale Gino Traversini, il sindaco di Cagli Alberto Alessandri,Massimo Ciabocchi e Tonino Mattiacci del Coordinamento dei sindaci del Catria e Nerone che ha letto un comunicato condiviso.
Per il nostro comune erano presenti il capogruppo della minoranza Giacomo Rossi nel suo intervento, oltre a sottolineare l’assenza di 6 sindaci sui 7 invitati, ha ribadito l’importanza di estendere la raccolta firme e la battaglia in generale anche verso i comuni della costa  e il consigliere di maggioranza Andrea Perfetti che non ha parlato.
Sul palco si sono alternati oltre alle suddette personalità ( Massimo Ciabocchi a parte) i vari rappresentanti delle associazioni organizzatrici tutte impegnate per far si che la prevista apertura del pozzo venga rivista e cancellata,una su tutte riportiamo le parole del comitato Giovani GO che rispecchia fedelmente  il pensiero condiviso dagli organizzatori”opposizione da ogni tipo di prelievo dal pozzo del Burano. Infatti i portavoce hanno ribadito che la posizione espressa dai manifestanti è chiara: opposizione ad ogni tipo di prelievo dal Pozzo del Burano e dai sistemi profondi dell’Appennino marchigiano se non in caso di emergenza (ai sensi della LR 5/2006 art 1 comma 2) in quanto si aprirebbe la strada ad adduzioni sempre più consistenti senza che siano state date le opportune garanzie sui possibili danni agli acquiferi, agli ecosistemi e al territorio in genere. La quantità di risorsa necessaria a soddisfare i bisogni della Provincia di Pesaro-Urbino può essere recuperata attraverso normali pratiche di contenimento degli sprechi e politiche di risparmio.
Se pensiamo che gli acquedotti del nostro entroterra sono un colabrodo con oltre il 40% di perdite del prezioso oro blu si dovrebbe e potrebbe lavorare su questo punto e abbandonare definitivamente la prospettiva di captare acqua dal pozzo del Burano!

riccardo

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