il video de “La Spada & le Muse, Suoni e Parole Rinascimentali”

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Date le condizioni meteo avverse, il concerto in programma nel Porticato Ubaldini è stato spostato nell’adiacente Teatro G. Perugini.
L’evento organizzato dal Birrificio Venere ha avuto una buona partecipazione di pubblico, le due ore passate in compagnia degli artisti Simone Sorini e Claudia Viviani, il duo ha avuto il merito di riportare indietro nel tempo questi luoghi  già  pregni di Storia rinascimentale per merito in particolare della casata degli Ubaldini signori di Apecchio dell’epoca.

 

Prima dell’esibizione dei cantori urbinati, è salito sul palco il giovanissimo poeta locale Andrea Sponticcia , già protagonista con i suoi versetti in diversi concorsi del settore, il quale ha recitato due poesie.
L’altro artista apecchiese, Matteo Milli fumettista e pittore ritrattista, ha donato al Serini un’opera denominata “Infinito” che potete apprezzare nelle immagini allegate!!
Vediamo di conoscere meglio il protagonista Simone Sorini. dice di se:
“Sono originario di Urbino e sono figlio di un musicista; ho avuto fin da ragazzo la passione per gli strumenti a corde. Nel corso dei miei studi e delle mie ricerche si è andata sempre più sviluppando una sorta di predilezione per la musica antica, in modo particolare per i repertori medievali e rinascimentali. Una musica per così dire difficile e complessa, ma solo in apparenza.
Il mio percorso si è poi incontrato con quello dei Micrologus, un gruppo ben noto per le sue ricerche nel campo della musica medievale e con un’attività che dura ormai da oltre un trentennio. Questa esperienza mi ha arricchito e consolidato nelle mie passioni e la mia attività si è andata estendendo, consentendomi la pubblicazione di dischi e la realizzazione di concerti in molti paesi europei.
Sempre sulle tracce del medioevo sono poi approdato a Narni, la bella città nella quale ho avviato una collaborazione con l’Associazione Culturale LaPoliedrica, il cui nome è ispirato dai solidi regolari detti “poliedri”, e dalla poliedricità come espressione di un talento capace di soffermarsi su numerosi aspetti dell’arte e del reale. In effetti, nella poliedricità si annida anche una parte della coralità: un gruppo è qualcosa in più della semplice somma dei suoi componenti, proprio perché esso rimanda ad una visione poliedrica e composita del proprio agire.”

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